Ieri il Presidente della Repubblica ha parlato di valori e principi della nostra costituzione che si rispecchiano nella costituzione europea e nel trattato di Lisbona e della necessità quindi che, su queste basi, si diffonda un maggiore senso di condivisione europea da contrapporre all’euroscetticismo.
Credo che il problema sia quello di decidere, se vogliamo procedere oltre ad uno spazio comune economico e commerciale europeo, quali sono i valori da condividere e che fanno parte della storia e della cultura europea, che va oltre al riconoscimento delle radici Cristiane dell’Europa, ma che ci interroga tutti razionalemente in quanto esseri umani. Porre al centro o meno la questione antropologica della centralità e dignità dell’essere umano in ogni sua fase è una questione ineludibile. Allo stesso modo per il valore della famiglia fondata sul matrimonio, riconosciuta come tale proprio dalla nostra Costituzione Italiana, e di cui non vi è traccia tra i valori di questa nuova entità europea.
In altre parole se essere europeisti per forza significa condividere l’ingresso in una comunità, con conseguenze anche politiche sulla possibilità di fare leggi ispirate alla tutela di questi valori, dove si riconosce pari dignità a qualsiasi tipo di unione chiamandola famiglia e dove la vita degli esseri umani più deboli, anziani (con l’eutanasia) e bambini non nati (con la selezione eugenetica), vale di meno e qualcuno ha il potere di deciderne della vita o della morte, allora credo che non sia un delitto essere ”euroscettici” o almeno dubbiosi: l’integrazione economica e commerciale in questi decenni è avvenuta ugualmente anche senza una costituzione europea del nulla o del relativismo.
Fabio Luoni